La mia strada fino a qui

Ordinary Madness (Parte II)

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Bet Grave
view post Posted on 16/8/2011, 20:00




PARTE II



Quel pennuto non le stava simpatico, eppure doveva ringraziare proprio Castiel se era ancora viva. L'angelo e Betsy erano riusciti ad esorcizzarla prima che fosse troppo tardi per lei; purtroppo, però, il demone che l'aveva posseduta si era prima divertito... Nel peggiore dei modi. Ad Ester non restava che continuare a fare il suo lavoro e cercare di trovare perdono a ciò che era stata costretta a fare salvando quante più vite umane poteva.
Le sue mani si erano macchiate di sangue innocente, ma fortunatamente per lei, lo shock era stato tale da cancellarle quasi completamente i ricordi di quei momenti. I pochi che le erano rimasi risultavano molto confusi. L'unica cosa che ricordava nitidamente, o meglio l'unica persona, era il cacciatore biondo. Per poco non l'ammazzava... Se solo Ester avesse saputo ciò che il demone avrebbe fatto, si sarebbe volentieri lasciata uccidere da quell'uomo.
E ora era proprio in quel vicolo dove l'aveva incontrato. Doveva tornarci, per riprendere l'auto. Fortunatamente era ancora lì, la sua piccola. Le si avvicinò allungando la mano per accarezzare la fiancata.
- Torniamo a casa, bellezza... - una delle poche cose da cui non si sarebbe mai divisa, quell'auto. E la Magnum che teneva infilata nei pantaloni. Entrambe di suo padre.

Anche Nick era tornato in quel vicolo. Non sapeva perché ma si trovava proprio in quelle vicinanze quel giorno. Chiamiamolo pure un fottuto caso del destino. E l'aveva visto arrivare quel demone bastardo. Possedeva ancora la bella biondina che in altre occasioni magari avrebbe trattato in modo diverso.
La strada era piena di gente. Che voleva fare quel demone ammazzare qualcuno in pieno giorno? Lei non lo aveva visto o forse fingeva e quando gli fu abbastanza vicino posò la mano all'interno della giacca, pronto a cacciare fuori la sua arma.
- Bionda! O preferisci che ti chiamo demone da ammazzare?- le disse.
E parlò a voce alta fregandosene della gente che si girava a guardare. Le persone sanno farsi i fatti propri, hanno paura delle cose strane che accadono. L'apocalisse in fondo è alle porte per tutti, anche per chi la ignora.

La ragazza udì parole che dovevano essere sicuramente rivolte a lei. Le sentiva arrivare alle sue spalle, taglienti. Avrebbe riconosciuto quella voce sprezzante tra mille, tanto che non le servì voltarsi per capire che Nicholas era a pochi passi da lei.
A quanto pare il cacciatore bastardo era convinto che fosse ancora posseduta e trovò un certo piacere nel fargli notare il contrario.
- Mi spiace per te, ma penso tu debba chiamarmi soltanto bionda. - disse con molta calma, mentre finalmente si girava per guardare in faccia il suo interlocutore. - Non c'è più nessun demone.
Ora che lo osservava attraverso i suoi occhi, si trovò a pensare che era davvero un bel ragazzo. Peccato però, doveva avere un carattere pessimo. Ma non le sembrò il caso di peggiorare la situazione, anche perché quel giorno non erano soli; comportarsi educatamente le parve la soluzione migliore.
- E... Scusami per quello che ti ho combinato. Insomma, non ero io. - farfugliò imbarazzata, spostando lo sguardo altrove. Ma certo, era posseduta, aveva cercato di ammazzarlo e doveva chiedergli scusa. Ovvio, cose che capitano tutti i giorni...

Nick fissò quella ragazza negli occhi e il fatto che non fosse più posseduta lo sorprese. Che figura del cazzo aveva appena fatto. Ma il fottuto demone che aveva avuto in corpo per poco non l'ammazzava quindi non doveva sentirsi in colpa per averle dette quelle cose. Fece un passo indietro squadrandola da capo a piedi. Minuta esile però nel complesso carina. Si, non era poi da gettare via...
- Meglio così. Non mi andava di sfigurare un bel faccino come il tuo!- rispose in tono saccente.
Bene nessun demone. O magari la biondina mentiva? Meglio non abbassare la guardia e lasciò la mano dentro la giacchetta, sulla pistola.
Non si fidava ancora, la sua esperienza gli aveva insegnato che in giro c'erano solo figli di puttana. E figlie di puttana…

Ester notò subito con disappunto il modo in cui il tizio la stava guardando dalla testa ai piedi. Odiava essere fissata, figurarsi in quel modo, poi... E la risposta del cacciatore le fece saltare completamente i nervi. La biondina ricordava perfettamente che quello stronzo per poco non l'ammazzava senza pensarci due volte.
Che cretina, e lei che si era pure scusata... Il suo sguardo, più che rabbioso, in quel momento era impaurito, ripensando a ciò che sarebbe potuto accadere e senza pensarci gli gridò quasi in faccia:
- Tu mi avresti uccisa, senza pensarci due volte! - No, non era una domanda, era un'affermazione.

Nicholas annuì con la testa. Perché mentire? Tanto scommetteva che quella ragazza aveva già capito di che pasta era fatto. E forse sapeva anche quello che le era successo. Era un miracolo che non fosse diventata pazza; molte delle persone possedute finivano nei manicomi. Non quelle che incontrava lui visto che lui invece le ammazzava...
Si le ammazzava. E la ragione si spiegava da sola. Diventò serio e continuò a fissare quella ragazzina che nascondeva dietro quell'aria esile qualcosa di più, ne era certo.
- Questo non lo metto in dubbio, bel faccino.- disse- I demoni mi hanno rovinato la vita. E ora io rovino loro. Non mi frega in quale corpo si trovano.
Ed era fottutamente sincero. Non era abituato a fingere, la realtà era quella dura e schifosa. Fece un passo verso di lei, senza badare a trattenere la rabbia che aveva in corpo.
- Possono anche stare dentro un bambino. Io li uccido e basta quei bastardi.
Per fortuna non s'era mai imbattuto in bambini posseduti. Ma sapeva che il trattamento sarebbe stato lo stesso.

Era proprio come Ester immaginava. L'uomo che le stava di fronte era tanto bello quanto cattivo. Ora che l'aveva più vicino, poteva quasi palparla, la sua rabbia. E per un momento fu tentata di essere dispiaciuta per quel ragazzo, che forse tempo fa non era così... Molto tempo fa.
Ma le parole che le sputò in faccia la fecero sobbalzare, ricordandole che la pietà non era un sentimento da nutrire per personaggi del genere.
A quel punto non rispose più delle proprie azioni. Ignara della gente che passava lì vicino a loro, si avvicinò ulteriormente all'uomo per dargli un sonoro schiaffo alla guancia sinistra.
- Sei uno stronzo! - esclamò, ora era lei in preda alla rabbia. E guardandolo negli occhi disse quelle parole che sicuramente non l'avrebbero scalfito, ma a lei fecero male da morire.
- I demoni hanno rovinato anche la mia vita, anni fa. Ma questo non mi da il permesso di poter ammazzare persone innocenti! - E per un momento si ritrovò davanti agli occhi una scena che non avrebbe mai e poi mai scordato, quella in cui un fottutissimo demone toglieva la vita al suo ragazzo e a sua madre.

Nicholas socchiuse gli occhi quando la ragazza lo picchiò. Uno schiaffo forte e deciso; quella bionda sapeva il fatto suo. Sorrise, sornione e puntò di nuovo gli occhi su di lei. Si lanciò delle occhiate attorno, fregandosene della gente che si voltava appena a guardarli e che poi filava via.
Fece un passo in avanti. La voglia di riscattare quel gesto era tanta, ma non poteva picchiare una ragazza così per strada. Ok che era un bastardo ma non fino a quel punto. Tuttavia gli sputò altre parole velenose addosso.
- Ringrazia che sto contando fino a dieci bel faccino. Perché potrei ricambiare lo schiaffo e ti farei molto male credimi. - disse stringendo i denti - Odio quando mi toccano, e se t'azzardi a farlo di nuovo me ne frego del sesso debole e stampo una bella cinquina su quel bel faccino, mi hai capito?
Quella stronzetta era carina quanto sciocca a sfidarlo.
Ma le sue parole l'avevano colpito: e così anche lei era una vittima dei demoni e del Male. L'aveva immaginato. E anche lei aveva molta rabbia repressa, solo la nascondeva. Tanto avrebbe fatto anche lei il botto prima o poi.
Tutti i cacciatori esplodevano per la rabbia o il dolore. Era nella norma..

Ester immaginava invece che quelle parole non avrebbero sortito alcun effetto su di lui. Ed era altrettanto sicura che il cacciatore, forse, non aveva mai provato rimorso dopo aver ucciso una persona che aveva la sola colpa di fungere da contenitore a quei fottutissimi demoni.
Ciò che disse il ragazzo disse poi, non la spaventò minimamente. Forse quello stronzo credeva che Ester, essendo così minuta e senza più il demone in corpo, non sapesse il fatto suo? Si sbagliava di grosso e gliel'avrebbe dimostrato all'istante.
Rossa in volto dalla rabbia, alzò di nuovo la mano per colpirlo, ma la bloccò a mezz'aria. No, non l'avrebbe fatto. Non si sarebbe abbassata a tanto; se era inutile discutere con quello stronzo era ancora più inutile prendersi a botte. Tanto c'avrebbe rimesso lei. Riabbassò la mano e indietreggiò sino a posarsi contro la sua auto.
Quello che voleva fare in quel momento era soltanto salire in macchina e tornarsene a casa...
- Vattene via. Non c'è nessun demone da ammazzare qui. Mi dispiace. - disse infine con tono deciso e rassegnato allo stesso tempo, fissandolo in quegli occhi bellissimi. Forse l'unica cosa che si salvava di lui.

Nicholas fissò la mano della ragazza che aveva alzata di nuovo, ma s'aspettava che stavolta non l'avrebbe colpito. Non era così scema quella bionda da provocarlo fino a farlo incazzare del tutto. Incrociò le braccia al petto, quell'aria saccente non voleva proprio andarsene via dal suo viso.
- Brava, bel faccino. Tieni giù quella mano. - le disse.
La squadrò di nuovo da capo a piedi. In un'altra occasione probabilmente l'avrebbe invitata nel suo appartamento, quel monolocale che aveva affittato per quattro soldi. Ma la bionda non sarebbe stata disposta a un altro tipo d'incontro ci scommetteva la sua fottuta vita.
Alzò le mani in segno di resa.
- E tranquilla me ne vado. Magari ci si ribecca domani, bionda.
Le fece l'occhiolino prima di indietreggiare lentamente senza staccarle gli occhi di dosso.
Sperava davvero di rivederla. Avrebbe usato meglio il suo sex appeal.

Dio, quel sorriso da stronzo che aveva stampato in faccia gliel'avrebbe levato volentieri lei stessa. E quando il ragazzo la guardò di nuovo da testa a piedi, stavolta si sentì avvampare le guance ma non dalla rabbia.
Tuttavia non cambiava il fatto che lo detestava, per quello che le stava per fare qualche giorno addietro e per quello che le aveva detto poc'anzi. Ecco, a quel pensiero l'imbarazzo che aveva provato nel sentirsi quegli occhi addosso svanì di colpo e fece una smorfia, portando le mani ai fianchi.
- A dire il vero, spero di non rivederti per un bel po’! - rispose bruscamente, per poi voltarsi subito di spalle.
Avrebbe aspettato che se ne andasse, per fare lo stesso.

Sì, Ester aveva un bel caratterino non c'era che dire...
Nicholas scoppiò a ridere. La bionda non le pensava quelle cose, ci avrebbe scommesso le palle. Sapeva di essere un cazzone patentato, ma si sa le donne amano i “cattivi” ragazzi. E lui poi non era cattivo. Era solo...
Non sapeva che cos'era, sapeva solo che covava tanta rabbia quanto sangue aveva in corpo. Ma era bravo a nascondere tutto quanto e per questo continuò a ridere di gusto.
- Ah è così? Allora è sicuro che ci vediamo domani bel faccino.
Accennò un inchino che lei non poteva vedere visto che gli stava mostrando le spalle. Non male comunque da quella prospettiva...
- Stammi bene bionda.
Sorrise e si voltò. Fece qualche passo per poi fermarsi. Voltò la testa e disse:
- In ogni caso mi chiamo Nicholas, ma per te bionda sono solo Nick.
Si voltò di nuovo e s'allontanò ficcandosi le mani nei pantaloni.
Fortuna che non l'aveva ammazzata l'altra volta; sarebbe stato un peccato, davvero un peccato.

Quella risata la sorprese e non poco, ma rimase di spalle quasi impietrita da... Dall'imbarazzo. Perché sentiva di nuovo gli occhi di quell'uomo puntati su di lei.
Stronzo... Ma chi si credeva di essere?
Evitò volutamente di rispondere, o avrebbe detto qualche parolaccia.
Quando il ragazzo pronunciò il proprio nome, invece, Ester sussultò sgranando gli occhi. Ma perché diamine avrebbe dovuto interessarle il nome di un tizio bastardo che giorni addietro stava per ammazzarla a sangue freddo?
Eppure si trovò a sorridere, abbassando lo sguardo. Ora che non sentiva più la sua attenzione su di lei, si voltò lentamente e lo osservò mentre si allontanava.
- Ester! - disse ad alta voce, dopo qualche secondo di esitazione, affinché la sentisse. - Mi chiamo... Ester. - aggiunse a bassa voce poi, tra sé e sé.
E dopo pochissimi secondi era già dentro la sua auto. Gli occhi di quell'uomo l’avrebbero perseguitata in sogno quella notte, senza ombra di dubbio. Ma non sapeva ancora se esserne felice o meno.

 
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Dreamer1993
view post Posted on 22/8/2011, 09:01




Che conversazione amichevole ;)
I personaggi si fanno via via più interessanti :D
 
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1 replies since 16/8/2011, 20:00   52 views
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