| Ciao Alessandra, ho letto tutto d'un fiato il tuo romanzo e voglio dirti mi è piaciuto veramente molto. Non capita spesso di leggere dei libri fantasy scritti da autori italiani (spesso sono romanzi stranieri tradotti) e il tuo stile di scrittura, scorrevole ma non essenziale, ricco ma non pesante, mi è piaciuto molto. (anche se nelle prime pagine il termine inglese tunnel mi stonava un pochino).
Mi è piaciuta la trama e mi sono piaciuti i personaggi.
Sono anche molto belli i nomi che hai scelto per i protagonisti ed i luoghi, risultano familiari e alieni allo stesso tempo e l'effetto è notevole (credo che i lettori nord europei ne abbiano avuto uno simile ritrovando nei nomi dei nani dell'universo di Tolkien quello dei loro dei pagani).
Mi sento però in dovere di dirti che forse il romanzo è troppo essenziale, hai concentrato in meno di 100 pagine qualcosa che si poteva sviluppare ed arricchire fino a raggiungerne 400, non voglio dire che manchi qualcosa, la storia si sviluppa bene, ma forse molti passaggi potevano essere arricchiti di dettagli e situazioni. Non so se hai avuto modo di leggre il romanzo "I pilastri della terra" di Ken Follet, te ne parlo perchè è un libro nel quale sono descritte in maniera superba gli eventi che nel corso di anni hanno formato i profili psicologici dei personaggi, i profili psicologici stessi e le decisioni prese dai personaggi in virtù di tali profili. Mi sarebbe piaciuto leggere di episodi della giovinezza delle due sorelle, estratti dal libro di Agortos, il primo giorno di lavoro e la prima notte al castello di Airen, la storia di Donamis, dei suoi genitori e della sua terra, i piccoli problemi quotidiani della semplice Feude, il primo incontro di Airen e Donamis, le storie che Irea raccontava alle figlie prima di metterle a letto, sapere di cosa vivevano nella casa nel bosco Irea e Anika, conoscere qualche canto, poesia e mito della terra di Egrucon (esistono canzoni e filastrocche che parlano di centauri che portano via i bambini cattivi o appaiono alle vergini che si perdono nei boschi?).... Tutti elementi non essenziali ai fini della storia ma che potrebbero contribuire ad "aprire" al lettore i personaggi e quindi creare maggiore trasporto e attaccamento. Ci sono saghe fantasy (una per tutte è Le Cronache del ghiaccio e del fuoco di Martin) che si allargano fino a divenire interminabili, appassionando lettori per anni, immagino che fare un libro così breve sia frutto una scelta ben precisa, ma ti invito anche a considerare gli aspetti economici che comporterebbe essere l'autrice di una trilogia che sviluppa in oltre mille pagine (es i libri di Licia Troisi) e che può arrivare al grande pubblico anche tramite editori di livello....cosa che a giudicare da quello che ho letto hai la stoffa per fare.
Infine mi permetto di suggerirti la lettura del libro "Il nome del vento" di Patrick Rothfuss, un fantasy che si legge tutto d'un fiato dove si parla di alchimia in maniera quasi scientifica e dal quale potresti prendere spunto per vedere come trattare la "logica" che è dietro agli accadimenti fantastici del mondo di Egrucon. Logica che immagino affronterai nei prossimi libri e che non vedo l'ora di conoscere.
Perdonami x i consigli non richiesti e in bocca al lupo per il tuo lavoro di scrittrice. Ti saluto affettuosamente. Raffaele (Aurora)
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